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Para-farmacista e Para-laurea: non se ne può più


Il para-farmacista con la para-laurea? E' ora di finirla.

Le polemiche della scorsa settimana conseguenti alle dichiarazioni del sottosegretario alla Salute hanno nuovamente portato in evidenza l’assurda distinzione tra Farmacista in Farmacia e Farmacista in Parafarmacia.






Chiedo anche alla Federazione dei titolari di Farmacia di esplicitare la loro posizione nel merito, in tutta coerenza con le argomentazioni del tavolo comune della FOFI. Ma cosa si è voluto far passare con quelle dichiarazioni? Sembrerebbe che il vero Farmacista sia quello in Farmacia, mentre quello in Parafarmacia è un Para-farmacista come se esistesse una Para-laurea, la nostra.

Un presidente di un ordine provinciale (che dovrebbe rappresentare tutti i Farmacisti iscritti all’Albo della sua provincia) ci definì in modo inappropriato e dispregiativo “parafarmacisti” senza rendersi conto che quella sua espressione stava svilendo e umiliando i suoi stessi studi, la sua laurea, la sua professione. Il para-farmacista non esiste! Esiste il farmacista. 

E’ incomprensibile tutto questo acredine nei confronti di chi chiede dignità professionale e gli strumenti giusti per poter esercitare nella sanità e nella tutela della salute.


Tutto questo è il risultato di un sistema basato su privilegi, dove una Farmacia, in quanto concessione governativa, viene EREDITATA in barba a qualsiasi metodo meritocratico. Da qui, il nostro collega erede, a questo punto, di scienza e conoscenza per genetica, è più indicato a dare un consiglio rispetto a chi non ha ereditato né scienza, né conoscenza e tanto meno una Farmacia, e lavora in altri contesti.

Tornando all’ intervista di Luca Coletto, le dichiarazioni rese inopportune e fuorvianti, mettono a rischio un dialogo costruito con volontà e fatica, riallargando distanze che con il confronto costruttivo si erano ridotte, permettendo dopo 13 anni di mettere da parte sterili scontri e cercare concretezza nelle soluzioni comuni.

Il tavolo della FOFI e le iniziative in esso contenute va incoraggiato, non ostacolato attraverso vecchi luoghi comuni che hanno sempre sortito un notevole nocumento a tutta la categoria. E’ incomprensibile come anche alcuni nostri colleghi vedano la nostra associazione come un nemico, quando i veri nemici oggi sono acclaratamente GDO e Società di Capitali.

Per chiarezza, non si tratta di fascia C si o fascia C no, ma di rimarcare alcuni punti chiave incontrovertibili, oggettivi e inconfutabili, ovvero che la stessa laurea e lo stesso esame di Stato mettono sullo stesso piano TUTTI i farmacisti, che in quanto tali, proprio per la loro preparazione, sono in grado di dare il loro contributo alla salute in ogni luogo.

Dare consigli su come prendere un antibiotico esula dalle mura poiché non è legato alla conoscenza del paziente in termini assoluti, ma del farmaco e del contesto patologico in cui il paziente si trova. In questo è espressa tutta la professionalità del Farmacista, stante che l’interlocutore non è mai il luogo ma il professionista. A rafforzare questo concetto il fatto che quotidianamente i nostri clienti ci chiedono come poter usare correttamente questo o quell’ altro farmaco anche se non lo abbiamo in negozio e non possiamo venderlo.

Non rare nemmeno le segnalazioni degli stessi clienti che riferiscono della disinvoltura con cui i colleghi in Farmacia dispensano farmaci con obbligo di ricetta, sostituendosi al medico prescrittore, e danneggiando coi loro abusi l’intera categoria, oltre che la salute dei cittadini. Argomento ben diverso, non legato al professionista, è la dispensazione del farmaco, in Farmacia e in Parafarmacia. 

Credo sia ora ancora più importante che la ministra Grillo dia concretezza alle sue intenzioni di riforma per la categoria tutta, permettendo un paritario accesso alla professione. 


Dott. Daniele Viti (Presidente UNAFTISP)

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