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Farmacisti e Disabilità

Aggiornamento: 22 lug 2018

L' Unione Nazionale Farmacisti di Sola Parafarmacia istituisce una commissione dedicata alla disabilità a sostegno del farmacista disabile

Farmacista disabile


Il mondo del lavoro è spesso difficilmente accessibile ai diversamente abili ed ancor più nello specifico la possibilità di esercitare la professione di farmacista. Secondo l’Unione Nazionale Farmacisti Titolari di Sola Parafarmacia esiste però la possibilità di inserimento lavorativo di una persona diversamente abile, in totale autonomia, all’interno del mondo delle parafarmacie. Per favorire queste dinamiche è stata istituita – in seno all’UNaFTiSP, che rappresenta il farmacista titolare di sola parafarmacia – una specifica Commissione sulla Disabilità, presieduta da Paolo Moltoni, farmacista e tesoriere dell’associazione.

«Il mondo del lavoro che ruota intorno ad un disabile laureato in Farmacia o Chimica e Tecnologie Farmaceutiche (CTF) non si discosta affatto né si distingue dai dati allarmanti raccontati ed a conferma di questo, vi sono le tante parafarmacie aperte proprio da farmacisti con disabilità che tornano in questo modo ad esprimere in totale autonomia quella professione negata loro dalla discriminazione di un sistema che invece di tutelarli, li fa sentire emarginati e soli con le proprie problematiche, spesso neanche in grado di provvedere economicamente ai propri bisogni».


A riferirlo è lo stesso Paolo Moltoni, che racconta nel dettaglio la sua esperienza personale: «Pur essendo affetto da una malattia rara, nello specifico una forma molto particolare di Sindrome di Marfan (o malattia del Genio), che nel mio caso ha colpito in maniera predominante gli occhi, portando negli anni a disabilità sempre maggiori con le quali devo convivere ogni giorno, nel 2010 ho conseguito la laurea in Farmacia con 106 presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.


Dopo pochi mesi, ho iniziato quindi ad esercitare come collaboratore la professione di farmacista presso una farmacia di un paese a pochi chilometri di distanza da quello dove sono nato, vivo e lavoro attualmente. Lì ho maturato un’esperienza di circa 6 anni, fino a quando gli enormi debiti contratti dal mio ex datore di lavoro mi hanno costretto mio malgrado, poiché non retribuito per il lavoro svolto, ad andare via».


«In questi ultimi 3 anni – continua Moltoni – la malattia da cui sono affetto ha mostrato tutta la sua crudele presenza e per continuare ad esercitare la professione per la quale con passione mi sono laureato, ho bisogno di utilizzare degli ausili medici e strumentali, i quali però invece di farmi tornare di nuovo a lavoro presso una farmacia, mi hanno fatto definitivamente chiudere le porte in faccia da parte di tutta una categoria di datori di lavoro, che nei miei confronti è stata a dir poco spietata».


«A seguito di tali eventi – aggiunge – ho deciso di chiudermi in casa, uscendo solo per andare a sostenere visite di controllo per la Sindrome da cui sono affetto e solo il grandissimo amore che i miei genitori provano nei miei confronti è riuscito a farmi tornare di nuovo alla vita ed a restituirmi quella dignità di cui ogni essere umano non dovrebbe mai essere privato. Infatti, ad ottobre 2016 senza parlarne con nessuno, mio padre da poco andato in pensione ha speso tutti i risparmi di una vita passata a lavorare come dipendente del piccolo comune dove viviamo, per acquistare un locale commerciale, ristrutturarlo ed allestirlo affinché io potessi aprire la mia parafarmacia e tornare così ad esercitare in totale autonomia quella professione che mi era stata negata.

Infatti, le conoscenze apprese durante il periodo universitario prima e l’esperienza maturata in farmacia dopo, unita alla grande passione, stanno facendo sì che io diventi sempre più un punto di riferimento per la popolazione del piccolo comune di 3000 abitanti dove è ubicata la mia parafarmacia, che si trova così ad avere una struttura dove potersi rivolgere anche solo per un consiglio».


«Quanto raccontato dal dottor Moltoni – si legge nel comunicato diramato dall’associazione agli organi di stampa – sta a sottolineare quanto le persone con disabilità, con la dovuta preparazione e con i necessari ausili, possano dare un contributo determinante nella crescita delle aziende con ricadute positive su tutto il tessuto sociale a partire dai lavoratori stessi e dalle loro famiglie». Anche per questo, conclude l’associazione, è stata istituita la Commissione sulla Disabilità, allo scopo di iniziare un percorso con il ministro della Famiglia e della Disabilità Fontana, con cui è stato già chiesto un incontro ufficiale.



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