Dignità, parola pronunciata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo discorso di insediamento sarà la parola del 2022. I farmacisti titolari di sola parafarmacia si sentono chiamati in causa perché da anni lottano per avere la propria dignità come laureati in Farmacia e non essere più considerati dei farmacisti di seconda fascia. Ai non addetti ai lavori sembra strano che ci possano essere delle differenze fra professionisti con la stessa laurea eppure questo accade da 16 anni ormai da quando un tentativo, contrastato e azzoppato, di liberalizzare il mercato del farmaco, fermo a leggi emanate dal Re, ha creato le parafarmacie.
Le parafarmacie hanno dato la possibilità di diventare titolari delle proprie attività a molti giovani farmacisti e a tutti quei laureati che non avevano i genitori titolari di una farmacia. L’aver scalfitto i poteri di una lobby potente come quella dei titolari di farmacia ha avuto un prezzo salato: fare il proprio mestiere in maniera parziale. E’ nata così la categoria dei farmacisti che non hanno la dignità di poter fare appieno il mestiere per cui hanno studiato 5 anni e per cui sono stati abilitati da un esame di Stato. Motivo reale? Non avere ereditato una farmacia e non avere pagato i diversi milioni di euro che ci vogliono per comprarne una.
Il farmacista titolare di parafarmacia viene anche chiamato in maniera dispregiativa dai colleghi “parafarmacista” a sottolineare un laureato senza dignità che non può vendere i farmaci con ricetta, non può fare i tamponi, non può far fare le autoanalisi ai propri clienti, non può fare il farmacista vaccinatore come i colleghi che lavorano in farmacia. I muri della farmacia hanno più dignità del laureato in farmacia di una parafarmacia.
Un’ordinanza del Consiglio di Stato del 21 settembre del 2021 dichiara che non esistono differenze fra il farmacista che opera in farmacia e quello che opera in parafarmacia. E non può essere neanche una questione di locale dove i due professionisti operano perché le parafarmacie, sempre secondo i giudici del Consiglio di Stato, sono soggette agli stessi doveri e agli stessi controlli delle farmacie.
Come ha accolto la politica questa ordinanza? Impedendo alle parafarmacie di fare i tamponi anti-Covid, preferendo lasciare la gente in coda davanti alle farmacie al freddo piuttosto che intaccare diritti acquisiti nel secolo scorso. Sigh!
Ma i farmacisti titolari di parafarmacia sono gente tosta che continua a lottare per la propria dignità professionale e da ieri in maniera ancora più decisa sapendo di avere dalla propria parte un alleato fortissimo…il Presidente della Repubblica Italiano Sergio Mattarella.
Cari politici dateci la nostra dignità di farmacisti. E’ ora.
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