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Sono davvero le Parafarmacia la radice del problema?


La parola parafarmacia viene quasi sempre associata a termini negativi, quando addirittura dispregiativi; un errore, una realtà fallimentare, un problema da risolvere…

Il perché forse è da cercare nelle sue origini, in quel decreto che fu portato avanti senza l’approvazione del comparto, da un progetto politico che non ha mai più trovato la forza o forse solo l’interesse di portare a termine ciò che aveva iniziato.

Ma perché allora accanirsi contro una realtà che sembra, a quanto si dice, già di per se destinata ad estinguersi in tempi brevi?

Perché forse la nascita della parafarmacia, ovvero di un canale di distribuzione del farmaco alternativo alla farmacia, ha assunto significati ben più profondi e conseguenze più importanti di quelle che il legislatore si aspettasse.

In primo luogo la presenza di un canale alternativo, anche se solo parzialmente competitivo, ha comunque segnato la fine di un monopolio durato decenni.

In secondo luogo la fine di questo monopolio ha generato i presupposti per ulteriori liberalizzazioni del settore (fascia C) ancora oggi oggetto di discussione.

La presenza di un nuovo competitor ha infine inevitabilmente portato anche alla necessità di introdurre sconti e promozioni; iniziative queste che in precedenza erano praticamente assenti nelle farmacie.

Poste queste premesse la domanda a cui rispondere è ancora la stessa, “ma come possono poche centinaia di negozietti rappresentare una minaccia per 19000 farmacie?”.

Anche volendo includere i non trascurabili fatturati dei corner GDO, la questione non può essere solo discussa in termini di redditività…

Proviamo per un attimo ad osservare la nascita della parafarmacia da un altro punto di vista… Se per un farmacista titolare di farmacia si tratta di un nuovo canale con cui competere, per un farmacista non titolare si tratta di un’opportunità che prima non c’era, ovvero quella di poter aprire una propria attività senza avere a disposizioni gli ingenti capitali necessari per acquistare una farmacia. Se poi riflettiamo sul fatto che i concorsi per nuove sedi negli anni sono diventati sempre meno interessanti per via dell’assenza di sedi appetibili, possiamo trovare finalmente una nuova chiave di lettura. La parafarmacia avrebbe forse dovuto in qualche modo soddisfare il diritto di accesso alla titolarità negato per altre vie.

Come fin troppo spesso capita in questo paese un problema, l’accesso alla titolarità tra l’altro facilmente risolvibile, è stato risolto coprendolo con un altro, la parafarmacia, che non essendo di fatto un problema ma solo considerato tale non può avere una soluzione che non rappresenti un’ingiustizia verso qualcuno.

Il primo passo per trovare una soluzione è comprendere il problema; l’accesso alla professione è sempre stato il vero problema, e non la parafarmacia che è stato un semplice e se vogliamo ingenuo tentativo di porvi rimedio.


Dott. Gianluigi Nieddu

(Coordinatore UNAFTISP - Regione Piemonte)

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